La forza artistica dell’Architettura italiana del novecento in ambito architettonico non si ferma ai confini del nostro paese ed è un esempio di bellezza nel mondo.
Le avanguardie, le opere e l’ecletticissimo dei nostri artisti di maggior spessore divengono oggetto del desiderio di diversi paesi del mondo, colpiti dallo stile e dall’impatto estetico delle opere italiane che vedono la luce in questa fase. La personalità che più di tutte incarna questo periodo è Renzo Piano. Il Centres Georges Pompidou è un esempio del suo impatto all’estero; una imponente struttura realizzata a Parigi, mix di legno ed acciaio che sapientemente accostate creano un’opera invidiata nel mondo. Il Cultural Center Tjibaou in Nuova Caledonia è un altro esemio del suo spessore artistico e di quanto sia apprezzato nel mondo. Una struttura polivalente ed esteticamente meravigliosa, nata per momenti colturali come mostre, meeting e come auditorium. Non si può non citare anche la figura di Massimiliano Fuskas che ha portato direttamente in Australia la forza artistica del nostro paese. Simbolo di questa impresa è l’Australian Forum; un’opera interamente trasparente che funge da collante artificiale fra natura e centro urbano, adibita come polo congressuale.
Il repertorio culturale e artistico italiano conosce eccellenze apprezzate e famose in tutto il mondo. Il novecento italiano, a partire dal ventennio di fine ottocento, rappresenta forse l’epicentro della forza creativa e quindi artistica del nostro paese. In particolare nella prima metà del secolo la letteratura, la musica ma sopratutto l’architettura italiana, conoscono uno sviluppo e una fortuna destinate a segnare un’epoca. Le opere che nascono in questo periodo alimentano la celebrità del nostro paese nel campo del design, con artisti di spessore capaci di esportare nel mondo opere creative e uniche.
La crescita dell’architettura italiana del novecento
Il novecento italiano vive l’influsso di diverse correnti estetiche e artistiche che la alimentano e ne favoriscono lo sviluppo e la notorietà. La celebrità dell’architettura italiana parte dagli stimoli dello stile Liberty, incarnato perfettamente da Ernesto Basile; senza dubbio il maggior esponente del periodo nell’ambito architettonico, porta in auge il movimento con opere pregevoli che ancora oggi sono simbolo della cultura italiana apprezzata nel mondo. Da queste premesse è ancor più semplice per gli artisti italiani assorbire il ventennio caratterizzato dall’influsso del Futurismo; un movimento artistico che ha decorato e caratterizzato in particolare l’architettura urbana divenendo fonte di ispirazione anche per opere ed artisti fuori dal nostro paese, incarnato dall’eclettico Antonio Sant’Elia. Gli anni ’50 sono inoltre il momento dell’esplosione del Made in Italy nell’ambito del design. È proprio in questo periodo che le creazioni italiane divengono ambite ed apprezzate in tutto il mondo nonostante le difficoltà del dopoguerra. Nasce il bel design, che abbraccia arredamento, elettrodomestici ma anche i trasporti.
Con architettura italiana del novecento si intendono tutte quelle correnti architettoniche che, partendo dal movimento artistico del Liberty, si sono sviluppate in Italia nel XX Secolo. Riassumiamole:
Stile Liberty
L’Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty o arte nuova, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine del 800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate Il movimento Liberty ebbe massima diffusione durante l’ultimo periodo della cosiddetta Belle Époque.
Futurismo
Nelle opere futuriste è quasi sempre costante la ricerca del dinamismo; cioè il soggetto non appare mai fermo, ma in movimento: ad esempio, per loro un cavallo in movimento non ha quattro gambe, ne ha venti. Così la simultaneità della visione diventa il tratto principale dei quadri futuristi; lo spettatore non guarda passivamente l’oggetto statico, ma ne è come avvolto, testimone di un’azione rappresentata durante il suo svolgimento.
Periodo Fascista
Rappresenta una tendenza di “ritorno all’ordine”, con il rifiuto sia delle avanguardie del primo novecento (liberty, futurismo, cubismo) sia della nuova tendenza razionalista, con un riferimento al neoclassicismo lombardo ottocentesco e un linguaggio semplificato ed austero, in assonanza con la pittura metafisica di De Chirico. Principali esponenti ne furono Giovanni Muzio, Giò Ponti, Paolo Mezzanotte. il monumentalismo o “neoclassicismo semplificato”, che media tra le tendenze razionaliste d’avanguardia e il conservatorismo dell’accademia, facendosi linguaggio architettonico di regime, teso a diffondere gli ideali fascisti tra le masse e trasmettere l’idea di grandezza del regime, e che privilegia la realizzazione di edifici monumentali e con forte caratterizzazioni scenografiche. Maggiore esponente ne fu Marcello Piacentini.
Razionalismo Italiano
Tra gli anni ’20 e ’30 del ‘900, il razionalismo italiano ha intessuto un rapporto complesso con la sperimentazione tecnica, tipologica ed estetica delle avanguardie europee, da un lato, e con le esigenze di auto-rappresentazione del regime fascista, dall’altro.Prima ancora che di singoli progettisti e di edifici costruiti, la storia del razionalismo italiano è fatta di raggruppamenti, di movimenti, di esposizioni e di riviste. La creazione del Gruppo 7, nel 1926, segna l’avvio di questa breve stagione. mettono in campo alcuni dei temi fondamentali che accomunano la riflessione teorica e l’opera costruita di tutti gli esponenti del razionalismo italiano: la tensione verso un’architettura “nuova”, che prenda atto dell’esistenza di nuove tecnologie, come il cemento armato, e che partecipi alla costruzione di una nuova società; le influenze del modernismo europeo, e in particolare di Le Corbusier, ma anche di Ludwig Mies van der Rohe e Walter Gropius; la volontà, al tempo stesso, di mettere in discussione il valore assoluto di questi modelli, e l’interesse a declinarli in chiave locale e nazionale.
Il dopo guerra
L’architettura degli anni quaranta e cinquanta risulta pertanto intimamente attraversata da uno spirito populista, tesa a identificarsi con lo sforzo sociale della rinascita dall’indigenza e dall’umiliazione della guerra. Il programma edilizio delle amministrazioni del resto è radicalmente variato e prevede in maniera cospicua la realizzazione di vasti quartieri residenziali popolari alle periferie delle grandi città, la riqualificazione di aree depresse. In Italia, il più importante modernista è stato Gio Ponti, che ha lavorato spesso con l’ingegnere strutturale Pier Luigi Nervi, specialista in cemento armato. Nervi ha creato travi in calcestruzzo di lunghezza eccezionale, venticinque metri, che hanno permesso una maggiore flessibilità nelle forme e maggiori altezze. Il loro progetto più noto è stato il Pirelli Building di Milano (1958-1960), che per decenni è stato l’edificio più alto d’Italia.
Il bel design degli anni ’50
Oltre alle opere meravigliose ed apprezzate in tutto il mondo in ambito urbanistico, il novecento italiano è caratterizzato dall’esplosivo sviluppo del design italiano che nel secondo dopoguerra domina la scena internazionale. La bellezza del Made in Italy parte dalle autovetture, nel ’46, con la nascita del modello Vespa V98 farobasso, grazie alla mente brillante dell’ingegnere Corradino D’Ascanio. Sono anche gli anni della diffusione degli elettrodomestici in Italia, che vede nascere l’esigenza del dare importanza alla forma e all’estetica di questi oggetti in ambito casalingo, come dimostrano le creazioni della Olivetti, grazie alla creatività di Marcello Nizzoli. Grazie alle sue linee iconiche, semplice ed eleganti, il design degli anni ‘50 non ha mai conosciuto una crisi di produzione. Le icone di design prodotte in questi anni sono cercate in continuazione per ogni tipo d’ambiente: sia che si voglia adottare uno stile vintage o contemporaneo.Il segreto della produzione del design anni ‘50 è la sua capacità di infondere buonumore: colori, forme, materiali…tutto concorre a richiamare un ambiente sereno dove potersi sentire a proprio agio nel massimo della comodità.La forza estetica e creativa dei designer italiani viene confermata dalle mostre in ambito internazionale; a Londra nel ’55 e nel ’58, a Chicago nel ’59. Il successo di questi appuntamenti conferma il primato italiano nel mondo del design a livello mondiale.
Un oggetto iconico è destinato a durare ancora a lungo nel tempo e a trovare la sua sistemazione in ogni tipo d’edificio.