Gaetano Pesce: innovare non può essere mai convenzionale

Allo scoperta di uno dei designer e artisti contemporanei più anticonvenzionali 

La storia di Gaetano Pesce è strettamente legata al mare. Non solo per il cognome, ma perché nasce a La Spezia (nel 1939) ma è sulla costa opposta che si forma, a Venezia dove frequenta l’Università Iauv dove, in quegli anni insegna tra gli altri anche Carlo Scarpa.

Gaetano Pesce non è solo uno straordinario designer ma un artista poliedrico: scultore, designer e architetto.

Un genio alla costante ricerca di nuovi materiali per realizzare le sue idee. Per dare forma alle sue creazioni più suggestive. Da più di quarant’anni applica la sua fantasia a oggetti e strutture di tutti i tipi: dai bicchieri ai divani, dalle sedie ai gioielli gioielli fino a vasi, sculture, tavoli, piatti, case e palazzi.

La filosofia di Gaetano Pesce è difficilmente incastonabile in uno schema preciso perché è basata piuttosto sull’elasticità, sia fisica che mentale. Con le sue opere vuole mettere in moto un pensiero, dare il via a un processo di interpretazione potenzialmente illimitato.

Una delle caratteristiche principali di Gaetano dall’inizio della sua carriera è la volontà di non appartenenza, a uno stile innanzitutto, ma anche ad una categoria estetica o artistica. E inserisce l’elemento della narrazione, che non è la figurazione che ovviamente tanti altri architetti hanno usato da associare a forma o funzione, ma è proprio la narrazione.

È passato mezzo secolo da quando, nel 1969, presentò al Salone del Mobile di Milano Up 5, l’inconfondibile poltrona che ha la forma e la figura di un corpo femminile con l’aggiunta di una palla legata alla poltrona stessa che funge da poggiapiedi. Quella che poteva apparire come una provocazione era in realtà una denuncia della sottomissione e segregazione a cui moltissime donne erano (e sono tuttora) costrette in molte zone del mondo.

Chiunque l’abbia ammirata in anteprima proprio in quel ‘69 capii subito che quella non era una semplice poltrona ma sarebbe diventata un’icona di stile. E così è stato.

Innovazione. Questa è “l’ossessione” di Pesce che Nel 1959 fonda a Padova il movimento d’arte programmata Gruppo N, a partire dal quale si è confrontato con altri movimenti artistici a livello internazionale.

Nel 1972 partecipa alla mostra presso il Museum of Modern Art di New York: Italy: The New Domestic Landscape.

Nel 2014, il Maxxi di Roma ha reso omaggio al grande designer spezino con la mostra “Il tempo della diversità”, nella quale sono stati esposti disegni, plastici, schizzi, modelli originali, oggetti di design del passato e del presente dell’artista. Ma prima ancora, nel 1996, gli fu dedicata una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi.

Sono convinto che il design stia diventando sempre di più un’arte, soprattutto i giovani negli Stati Uniti se ne stanno accorgendo. Andiamo in questa direzione”.

Gaetano Pesce oggi vive a New York. Dal 1983 si è trasferito nella grande mela ma il suo sguardo è sempre rivolto all’Italia. Al suo Paese. Quell’Italia crocefissa (come egli stesso sostiene in una sua celebre opera).

Così, quando è tornato a Milano per l’Expo, le sue parole sono risuonate come un monito che, però è rimasto inascoltato: “Abbiamo un patrimonio artistico immenso che in larga parte giace nei sotterranei dei musei. – ha detto Pesce in un’intervista a Repubblica-. Facciamolo girare per il mondo, affittiamolo ai tanti Paesi che ce lo invidiano e che lo valorizzerebbero, lo salvaguarderebbero e produrrebbero ricchezza anche per noi. Fra gli ostacoli non c’è più nemmeno la scusa del rischio nelle spedizioni. Io che di opere ne spedisco spesso, posso testimoniare che la cura con cui gli oggetti d’arte si trasportano è eccellente”.

Shopping Cart
Scroll to Top