Grande successo per la 14esima edizione del Gotha a Parma. Noi di Vintage Domus c’eravamo e…
Ormai è passato poco più di un mese dalla 14esima edizione del Gotha, la mostra di alto antiquariato, arti e novecento che si è tenuta a Parma dall’8 all’11 novembre scorso, ma quanta emozione per un’esperienza che si è rivelata unica.
Doveva essere l’edizione della svolta, del cambiamento e lo è stato. Lo è stato per una manifestazione che, dopo anni di alterne fortune, è tornata a splendere di luce propria. Non una luce, ma 14mila luci, come il numero di spettatori che in soli 4 giorni hanno visitato l’esposizione.
Che cosa ci ha colpito? Che più che ad una classica fiera, abbiamo avuto, forte, la sensazione di vivere 4 giorni in un salotto dell’arte circondato da un un’atmosfera speciale.
Sarà perché nei 1500 metri di spazi espositivi hanno trovato spazio, per la prima volta, gallerie di arte contemporanea. O forse, semplicemente, perché Gotha rappresenta il collezionismo nella sua accezione più elevata, un luogo magico per chi ama l’arte e vuole ammirarla in una dimensione che supera il clima freddo e asettico che avvolge certe esposizioni. Certo, a scaldarlo ci devono pensare le emozioni che suscitano i pezzi in mostra, ma quest’anno Gotha è riuscito ad abbattere anche questa “barriera”.
Il tutto, impreziosito da oltre 60 gallerie internazionali e 300 opere d’arte tra Old Master e Novecento. Anche noi, ovviamente ci siamo soffermati ad ammirare opere d’arte come “Ritratto di donna seduta” di Giovanni Boldini e altre tele da togliere il fiato.
Ma soprattutto questa edizione 2018 non doveva essere quella della svolta solo per Gotha, ma anche per noi di Vintage Domus.
Padiglione 03, Stand C 017. Ancora ci ricordiamo quello che è stato “l’indirizzo” della nostra casa in quei giorni di metà novembre che non scorderemo tanto facilmente.
Ci piace pensare di aver contribuito, in piccola parte, a questo successo straordinario. Lo abbiamo mettendoci tanto impegno e, soprattutto, portando alcuni dei nostri pezzi più rari e preziosi. Sceglierli insieme alla commissione d’esame non è stato facile perché c’è sempre qualche pezzo al quale sei più legato e che poi finisci per “lasciare a casa”. Ma alla fine siamo orgogliosi delle opere che hanno selezionato i curatori.
Quali? Queste…
• Lampadario a grappolo disegnato da Luigi Caccia Dominioni per Azucena (1967).
• Vaso in majolica disegnato da Gio Ponti e Arrigo Finzi nel 1930, per Richard Ginori
• Tavolino Scaiola policromia originale (1731,con firma dell’autore)
• Libreria a muro in mogano firmata da Gio Ponti (anni ‘50)
• Divano realizzato per il transatlantico Andrea Doria da Nino Zoncada e Gio Ponti (1951).
• Poltrone Ico Parisi prodotte per Cassina (1960)
• Orologio/Cornice da tavolo in cristallo di Murano lavorato a Torchon (anni ‘30)
• Armadietto cameretta per signorina di Gio Ponti (anni ‘40)
Cosa ci siamo “portiamo a casa” dopo quattro giorni lunghi, impegnativi e intensi? Prima di tutto un’esperienza unica per un evento che ha saputo davvero rinnovarsi e non semplicemente rifacendosi un po’ il trucco, bensì bensì dando spazio a secoli di arte e storia (anzi millenni se consideriamo che c’erano anche esemplari antichissimi come un mosaico bizantino del V secolo) senza forzature né banalizzazioni.
Il 2018 è stato l’anno del rilancio per Gotha. Siamo felici di averne fatto parte e di aver portato con noi rarità che meritavano davvero un palcoscenico simile. L’autostrada prosegue, ormai la fiera è alle nostre spalle.
Arrivederci, all’anno prossimo.