Il razionalismo italiano, la spinta verso una nuova architettura

Con razionalismo italiano si intende una corrente artistica del Novecento, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 che interessa principalmente l’architettura e l’edilizia.

Si contraddistingue per il Gruppo 7 e per il MIAR in cui collaborano grandi designer italiani come Giuseppe TerragniAdalberto Libera e Gaetano Minnucci.

Durante i primi anni, la corrente razionalista italiana vive il conflitto con l’ideologia fascista e con il nazionalismo; l’interrogativo spinoso che porterà alla spaccatura finale e definitiva, è se l’architettura può davvero riflettere gli ideali della dittatura, in quegli anni in cerca di monumenti rappresentativi.

Un lungo dibattito che conduce all’allontanamento dell’edilizia razionalista dal manifesto fascista, a favore di un percorso sociale e artistico del tutto autonomo.

Gli albori del Razionalismo

Precedentemente al progetto e alla costruzione dei singoli edifici, la corrente d’avanguardia è fatta di raggruppamenti, come il Gruppo 7 che fissa i criteri fondamentali del Movimento: prima di tutto, la spinta verso un’architettura nuova che connetta le nuove tecnologie e i materiali innovativi, come il cemento armato, con un modo differente di concepire la costruzione della società.

I razionalisti italiani sentono fortemente l’influsso del Modernismo Europeo, e in particolare delle idee di Le Corbusier, di Mies van der Rohe e di Gropius.

L’obiettivo della corrente italiana è di mettere in discussione il movimento modernista, adeguandolo alle specifiche esigenze locali e alle richieste del territorio nazionale.

Le idee di architetti e designer del calibro di Le Courbusier si basano sul concetto di un’edilizia funzionale in cui ogni complemento ha una precisa collocazione e svolge uno scopo; si ricerca un’architettura benefica per l’uomo che possa migliorare lo stile di vita, attraverso l’impiego di materiali igienici e di facile manutenzione, linee pulite e less is more prive di orpelli e fronzoli.

L’edilizia urbana ha una missione, quella di risanare il territorio e di riconciliare l’individuo con il proprio habitat, la domus e il contesto in cui è inserito.

Un esempio concreto di queste sperimentazioni inedite sono le cosiddette soluzioni residenziali di Le Corbusier, formate da “cellule” in cui l’individuo trova un ambiente salubre e funzionale allo svolgimento della sua vita domestica; la “promenade”, invece, è un altro progetto dell’architetto francese, in cui si sperimenta un percorso fisico attorno all’edificio dove la persona può fare una passeggiata rigenerante e rifocillarsi dallo stress quotidiano.

Il MIAR

Nel 1928 il Gruppo 7 si dirama nel MIAR, il Movimento Italiano dell’Architettura Razionalista, a cui seguono le prime esibizioni di architettura razionale.
La prima è organizzata l’anno stesso da Adalberto Libera e da Gaetano Minnucci.

La seconda mostra viene organizzata nel 1931 e prende il nome di “Tavolo degli orrori”: si tratta di una collezione di opere del passato volute dal regime fascista, raccolte dal convintissimo Pietro Maria Bardi come provocazione contro il partito stesso che, com’é prevedibile, reagisce male togliendo il supporto al MIAR e provocandone lo scioglimento nel ’43.

Palazzo della Civiltà Italiana. Photo credit by Pinterest

Esponenti ed edifici del razionalismo italiano

Tra gli architetti di maggior spicco citiamo Giuseppe Pagano (direttore della rivista di arredi Casabella), Edoardo Persico e Anna Maria Mazzucchelli.

Il dibattito artistico e politico sul razionalismo architettonico viene discusso da due personalità in forte contrasto, il più misurato Pagano e il Bardi che sfrutta la corrente artistica come promozione del partito fascista.

Seguono le Esposizioni Triennali di Monza in cui viene presentata la Casa Elettrica di Pollini e Figini, e il prototipo di abitazione razionale, ispirato ai 5 criteri di Le Courbusier.

Oltre all’assetto tipicamente razionalista degli edifici, monumentali e robusti (Olivetti) il movimento ha supportato diversi piani regolatori per la bonifica del territorio e per l’introduzione di aree di verde urbano, a favore del benessere della persona.

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