Sì, è proprio la capitale e metropoli cinese a ospitare la performance che anticipa un approccio totalmente avveniristico all’arte.
Dal 26 Marzo all’11 Aprile è in corso a Beijing la prima grande mostra di NFT; è proprio la metropoli cinese a ospitare la performance che anticipa, anzi conferma un approccio totalmente contemporaneo e avveniristico all’arte, in cui né il supporto e né gli strumenti sono di natura fisica e tangibile: un vero fenomeno d’avanguardia.

Cosa sono gli NFT e qual è la sinergia con la Crypto Arte
Urge un breve chiarimento su questa tematica: cosa si intende con NFT? Con la traduzione letterale non-fungible tokens ci si collega subito all’universo astratto del concetto blockchain e della multimedialità digitale e virtuale.
A differenza dei bitcoin che possono avere un valore tangibile, gli NFT fluttuano continuamente e possono ammontare anche a considerevoli cifre di denaro virtuale.
Gli NFT sono risorse digitali uniche ed irripetibili che vengono identificate su una blockchain, non sono mutabili né emulabili: in pratica, permettono al cliente di possedere un’opera d’arte digitale di carattere ampiamente diffuso.
Come si può chiaramente evincere, si tratta di un nuovo modo di concepire e di gestire il collezionismo che ora coinvolge anche il grande pubblico: solo dal 2014 al 2017 i solo fruitori della crypto art erano i cosiddetti smanettoni, videogamer, videomaker, youtuber e internauti più innovativi.

La mostra di Pechino, in corso all’UCCA Center for Contemporary Art, mette in scena uno spettacolo intitolato “Virtual Niche, have you ever seen memes in a mirror?” e può tranquillamente essere considerata la primissima esibizione mondiale di Crypto Arte.
La mostra è gestita grazie al supporto dell’UCCA LAB, una sorta di grande piattaforma interdisciplinare in cui nascono e si sviluppano nuove forme d’arte e di collaborazioni artistiche.
Sun Bohan è il curatore della mostra ed è CEO della società BlockCreateArt: tra gli artisti conivolti che stanno esibiendo i loro lavori possiamo citare Robbie Barrat, Mario Klingemann, Pak, DJ deadman5 e altri personggi istrionici del calibro dei performer Mad Dog Jones e Fewocious.
L’artista Beeple
Non possiamo dimenticare una presenza illustre alla mostra: “Nicchia virtuale: hai mai visto memes allo specchio“, e cioè il noto web artist Beeple che ha recentemente fatto parlare molto di sé per aver sbancato la casa d’aste Christie’s con il suo lavoro da quasi 70.000.000 $. Everydays, the firts 5.000 days è stata aggiudicata, per questo ingente capitale e per la prima volta a un’asta fisica, dalla fondazione Metapurse, lo stesso ente a fornire in prestito l’attrazione inedita di Pechino, Everydays the 2020 collection: si tratta di una selezione di schizzi e disegni quotidiani dell’artista, sparati a velocità consequenziale in modo da creare uno schock espressivo in modalità cortocircuito.
Su Twitter sono visibili alcune attrazioni presenti a Pechino nello showroom dedicato interamente alla Crypto Art: nonostante gli NFT siano diventati la moneta di scambio virtuale degli investitori del mercato dell’arte e soprattutto di quelli più high tech amanti della criptovaluta, lo spirito espressivo e l’urgenza di comunicazione rimangono sempre al primo posto della finalità stessa dell’Arte.

Il senso profondo della mostra Crypto Art di Pechino
Le tematiche sono i grandi immaginari della nostra società, tra cartoni animati, videogames e foto pixellate di supereroi, mixate ad arte con le facce di Mao e Trump, passando per Putin e Roosevelt.
Stupore ed effetto wow a sorpresa sono assicurati, ma anche quella sensazione di smarrimento latente che è il senso stesso del rapporto uomo-tecnologia, a tratti comodo e a tratti gravemente aleatorio e uncomfortable.