caccia dominioni grappolo

La Lampada Grappolo sospesa alla Biennale 2018

Riaccendiamo le luci sul maestro Luigi Caccia Dominioni con un pezzo unico, una lampada Grappolo a sospensione dal design unico che ha incantato Venezia…

Quante volte ti capita di alzare gli occhi? Spesso la frenesia della vita quotidiana ci obbliga a correre. Correre sul lavoro, correre a casa. E correndo guardiamo solo di fronte a noi. O, peggio ancora, ci guardiamo la punta delle scarpe come si usa dire.

A volte, però, basta alzare lo sguardo per cambiare prospettiva e ammirare ciò che non t’aspetti. Proprio come questa lampada Grappolo sospesa firmata dal maestro Luigi Caccia Dominioni (Lampada Grappolo del 1967 LS10).

Perché siamo particolarmente affezzionati a questo pezzo? Devi sapere che noi di Vintage Domus siamo stati selezionati tra i fornitori per la Biennale di Venezia 2018 alla mostra/installazione “Everyday wonders/Meraviglie quotidiane”.

Il curatore della Mostra Cino Zucchi ha quindi scelto personalmente ogni pezzo e, a proposito di “meraviglie quotidiane” nel nostro caso ha puntato su questo prodotto-icona ideato da Luigi Caccia Dominioni per Azucena.

Un pezzo unico a quattro sfere che rappresenta alla perfezione quel concetto di meraviglia quotidiana che ha ispirato una mostra emozionante, ricca di suggestioni.

Il grande designer milanese scomparso nel 2016, allievo di Piero Portaluppi in quello che diventerà poi il Politecnico di Milano, esprime tutto il suo stile in un’opera che ben rappresenta quella continua ricerca di un equilibrio tra l’eccezionalità della vita quotidiana e dei momenti più speciali.

Appena terminata la seconda guerra mondiale, Caccia Dominioni con Ignazio Gardella e Corrado Corradi dell’Acqua fonda il brand Azucena (1947), per la quale crea centinaia di oggetti di design tra cui proprio questa lampada a sospensione.

Milano è e resta il teatro prediletto per ammirare le opere del maestro che però ha firmato altri importanti progetti come la Chiesa di San Biagio a Monza sul finire degli anni ‘60 e le due torri nel Principato di Monaco (1976-80).

La firma del maestro è inconfondibile, ma è il suo approccio all’arte e al lavoro a renderlo unico. Caccia Dominioni curava ogni minimo dettaglio, dai palazzi più imponenti agli oggetti di design più piccoli. E riusciva sempre a cogliere negli ostacoli apparenti  le chances per innovare, creare qualcosa di nuovo.

E questa lampada grappolo è emblematica di questo “metodo” perché esibisce un lusso understated mai fine a se stesso. Il suo design è estetica allo stato puro eppure basta soffermarsi ancora un po’ su questo pezzo straordinario per superare questa prima impressione e ammirare un’eleganza formale che proprio negli anni ‘50 e ‘60 era ancora più forte.

Se negli anni ‘50 il grande architetto milanese aveva realizzato alcune lampade da parete in ottone e vetro, nel decennio successivo si è concentrato maggiormente su questi pezzi.

L’equilibrio e la sospensione che hanno caratterizzato le lampade a tre sfere trovano un equilibrio forse maggiore in questo esemplare raro a quattro sfere di cristallo. Il colore nero scelto per la verniciatura è perfetto per constrastare armonicamente l’effetto delle sfere.

E Cino Zucchi, attraverso questa mostra, è riuscito in un compito tutt’altro che semplice: ricreare uno straordinario equilibrio in uno produzione così ampia e variegata come quella di Caccia Dominioni. E lo ha fatto andando oltre la “classica” dicotomia tradizione-modernità che spesso anima il dibattito sullo stile italiano dal secondo dopoguerra in poi.

Il mondo di Caccia Dominioni è in parte racchiuso in questa lampada grappolo sospesa, un’opera d’arte che riesce ad esprimere essenzialità e funzionalità all’interno di un lusso discreto. Un’opera che non “oscura” ciò che andrà ad illuminare ma piuttosto lo valorizza esprimendo con raffinatezza il potere intrinseco del luogo su cui s’accende.

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