Le Zoie, il viaggio al contrario di Michele Dal Bon

Dai gioielli all’antiquariato fino al modernariato. Il percorso di Michele Dal Bon con Le Zoie e la collaborazione con Cleto Munari nel nome di Carlo Scarpa ed Alessandro Mendini.

Ci sono viaggi che vanno in direzione ostinata e contraria, come cantava Fabrizio De André nella sua “Smisurata preghiera”. Quello di Michele Dal Bon, in parte, è uno di questi.

Perché Michele, veneziano doc classe 1966, dopo essersi occupato per anni di ricerca, vendita e commercializzazione di  gioielli, decide di creare mobili e accessori di design. E lo fa con un brand “Le Zoie” che oggi è certamente tra i più interessanti del panorama. Non a caso parteciperà alla Venice Design week, in programma dal 3 all’11 ottobre, con un progetto d’illuminazione dall’origine davvero curiosa su alcuni stilemi di Alessandro Mendini grande architetto, designer e artista scomparso nel febbraio del 2019.

Una storia che merita d’essere raccontata. Causalmente, Dal Bon s’imbatte in una serie di rari stilemi degli anni 80 di Alessandro Mendini di proprietà di un suo caro amico e di Cleto Munari  acquistati dai due nello studio del maestro milanese prima della sua morte. “Lo portai a Munari e iniziai a lavorarci, presentando il prototipo anche alle sorelle Mendini che lo accolsero in modo molto positivo, racconta dal Bon.

Pochi giorni dopo, mentre mi trovavo in Val D’Assa, sull’altopiano di Asiago, visitai delle antiche grotte dove vi erano delle incisioni rupestri e il loro stile lineare mi hanno ricordato immediatamente lo stile di Scarpa, Munari e dei più grandi maestri di design del novecento che con le loro linee semplici hanno saputo stupire il mondo. Per me è stata una folgorazione. 

Ho capito che volevo ispirarmi a loro per portare avanti il mio lavoro”.

Ma facciamo un passo indietro: la passione per l’arte gli viene trasmessa dal padre Marco, commerciante e raffinato collezionista.

Nel 1994 Michele apre il suo primo negozio di calle dei Boteri a Venezia.

Nel 1996 viene chiamato a far parte del collegio periti ed esperti della Camera di Commercio di Venezia e inizia ad acquisire importanti gioielli firmati ed antichi. Non è un dettaglio, ma la svolta della sua carriera.

Già, perché negli anni 2000 effettua numerose perizie su oggetti in vetro di Carlo Scarpa e si innamora subito dello stile del celebre designer veneziano non a caso universalmente riconosciuto come il maestro di tutti i più grandi designer del secolo scorso. Così, quella che fino a quel momento era un’idea che ronzava in testa diventa un sogno, una necessità, quasi un’urgenza. “Sentivo il bisogno di realizzare qualcosa di mio” dice Dal Bon.

Accanto alla produzione di gioielli, Dal Bon coltiva la passione per l’antiquariato, la storia dell’arte ed il design.

Dopo numerose esperienze fieristiche di design e modernariato all’estero e in Italia inizia a realizzare in collaborazione con le maestranze veneziane i suoi primi prototipi di sedute e di mobili in vetro da cui nascono nel 2018 le collezioni TRENTAPERDIECI E CONVERSATIONPIECES con le quali Dal Bon entra a far parte degli espositori nel circuito 

5 vie D”N”A del fuori salone di Milano del 2020, purtroppo annullato per Covid. 

La strada è tracciata. E siccome il destino regala degli incontri imprevedibili, ecco che per Dal Bon si apre la possibilità di lavorare con Cleto Munari storico collaboratore proprio di Carlo Scarpa e amico fraterno di Alessandro Mendini. su un progetto d’illuminazione ispirato al grande architetto milanese scomparso. 

Fu proprio Scarpa, all’inizio degli anni ‘70, ad indirizzare Munari verso il mondo design. Mai scelta fu più azzeccata dal momento che oggi gli oggetti di Cleto Munari frutto di decennali collaborazioni  con i più grandi artisti e designer del mondo sono presenti nelle collezioni permanenti dei maggiori musei del mondo come il Metropolitan Museum of Art e il Museum of Modern Art di New York.

Munari e Dal Bon, gli opposti che si attraggono, come spesso avviene nei sodalizi più lunghi e felici. Il segreto del loro successo? “Lui fa delle cose pazzesche, io sono più lineare: insieme ci completiamo” scherza lo stesso Dal Bon.

Intanto, fino al prossimo 31 dicembre sarà possibile ammirare “The Venetian Design Project”, nel temporary shop, aperto da Munari e  Dal Bon a S.Marco – Salizada San Samuele 3359 e  nella DIGITAL EXHIBITION  5vieD”N”A DESIGN “N” ART FOR A BETTER WORLD  dal 28 settembre al 10 di ottobre p.v. durante il Fuorisalone di Milano..

Un’occasione per gustare l’incontro tra il design e l’artigianato veneziano.

La storia de Le Zoie è solo all’inizio e l’impressione è che il viaggio ostinato e contrario di Michele Dal Bon ci riserverà ancora parecchie sorprese.

Instagram: @lezoie

Photo by: ltwid.com

 

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