Anche il celebre artista hip hop Snoop Dogg cede al fascino degli NFT e della Crypto Art, come è giusto che sia per tutti gli esponenti dell’avanguardia più pura.
Dagli inizi degli anni ’90, il musicista si distingue per essere un vero toccasana di novità e per anticipare di continuo i tempi con le sue sperimentazioni musicali e i suoi videoclip. Poteva un performer del calibro di Snoop Dogg, alias per Calvin Cordozar Broadus Jr, non essere sedotto dai bitcoin?
Snoop Dogg o Dogecoin?
Recentemente l’artista ha espresso tutto il suo entusiasmo twittando sulla criptovaluta meme Dogecoin, e sta producendo numerose opere di Crypto Arte, in collaborazione con altri artisti come Lionel Richie e l’icona Eighties Boy George.
L’arte digitale è vera espressione di creatività, questo sembra essere il motto che lega le opere dei performer.
Dopo l’opera di Beeple e il boom degli NFT valutati quasi 70 milioni di $, anche Snoop Dogg annuncia la sua opera in NFT, chiamata A Journey with Snoop; si tratta di una serie di citazioni e di riferimenti dell’immaginario dell’artista stesso, con frame che narrano della sua carriera dai primi anni ’90 fino ad oggi.
Praticamente, siamo davanti a un’opera Crypto Arte di storytelling, un racconto delle sue gesta nel firmamento del rap e dell’hip hop, tramite contaminazioni sempre inedite e di successo.
Cosa rappresenta il mondo di Snoop Dogg?
Un viaggio con Dogg è la citazione dei simboli topic dell’artista, in chiave ironica ma soprattutto iconica: monete con l’effige di un cane che assomiglia a Pippo, il celebre joint, collane da rapper a maglia cubana e bling bling di diamanti luccicanti su uno sfondo blu scuro che riprende il cielo e l’universo.
Anche in questo caso, i bitcoin e gli NFT (not fungible taken) si sposano a meraviglia con le immagini e con tutta la forza espressiva delle icone, il più possibile stilizzate e comprensibili al linguaggio comune.
La Crypto Arte come bacino creativo e democratico
Nonostante si tratti di criptovaluta e di milioni di dollari che aleggiano come pulviscolo, il settore della Crypto Arte offre un approccio molto pop e un variegato bagaglio di strumenti legati alla strada e all’estrazione dal basso.
Tutti possono contribuire all’atto espressivo, dai videomaker agli investitori, dai performer ai mimi, fino agli artisti underground.
Lo stesso Snoop Dogg è da sempre un personaggio poliedrico e sfaccettato, produce corti, documentari e lungometraggi, collaborando con Netflix e con altre piattaforme next generation.
Alla domanda diretta sulla Crypto Arte, l’artista si è detto molto entusiasta della libertà espressiva concessa dall’uso delle immagini e dei famigerati NFT: in un mondo in continuo cambiamento, i not fungible token rappresentano la flessibilità e la capacità di modificarsi in corso d’opera, work in progress.
Arte e musica in stretta connessione
Pensandoci bene, la musica è fatta di note e di suoni che scappano nell’aria e non si riescono a contare: bitcoin e NFT non si toccano e non si vedono concretamente come invece le pennellate di colore.
Da qui nasce il dibattito storico tra media freddi e caldi e della lotta titanica tra analogico e digitale: onde del suono e software si contrappongono alla struttura materica del marmo, al supporto della tela.
Lo stesso Lucio Fontana, con i suoi tagli sulla tela, è uscito dal formale e ha aperto la via dell’Informale.
Nella mancanza del supporto fisico, come succede nella Crypto Arte, vale lo stesso identico concetto: non ci si riferisce più a qualcosa che si tocca ma che è impercettibile, in modo analogo alle onde sonore.
In compenso, però, l’immagine continua a vibrare grazie ai pixel sul display e a tutti quei contenuti che scaturiscono dalla sua urgenza espressiva e narrativa.