The Mouvement Paris 1955 lo sviluppo delle arti cinetiche

Le Mouvement è l’evento decisivo della storia e dello sviluppo delle arti cinetiche.

Nel 1955 a Parigi ebbe luogo l’influente mostra collettiva Le Mouvement presso la Galerie Denise René, il cui tema centrale era il movimento e a cui presero parte artisti del calibro di Alexander Calder, Marcel Duchamp, Yaacov Agam, Pol Bury, Jesùs Rafael Soto, Jean Tinguely, Roger Bordier, Pontus Hultén e Victor Vasarely.

Questo evento si pose come obiettivo il mettere al centro della propria attenzione lo sviluppo delle arti cinetiche, una tendenza messa in atto attraverso differenti approcci artistici. Le opere connesse tra loro attraverso la tematica del movimento spazio temporale, coinvolgevano direttamente il pubblico. Alcune di esse si dispiegavano in base ai movimenti dei visitatori, altre potevano offrire un’iterazione diretta, alcune infine erano addirittura dotate di motorizzazione. Insomma, una vera e propria innovazione in ambito artistico quella portata da Le Mouvement.

L’evento del 1955 portò alla creazione di un libro pubblicato nel 1975 in occasione della mostra tenutasi a New York organizzata sempre da Denise René. All’interno delle pagine stampate sono state raccolte le testimonianze degli artisti che presero parte a Le Mouvement del 1955, ma anche opinioni di critici d’arte. All’interno dell’opuscolo era inoltre presente anche il “Manifeste jaune” in cui Victor Vasarely analizzava quello che poteva essere il futuro dell’arte, ovvero la possibilità di replica delle opere abbandonandone di fatto l’unicità, ma anche la possibilità di aprire al grande pubblico e non solo all’élite la possibilità di possedere pezzi di valore.

Contenuti di valore per un libro che ha fatto la storia dell’arte in movimento

Il pamphlet The Mouvement Paris 1955 raccoglie una serie di dettagli e scritti di artisti e critici, che hanno vissuto in prima persona l’evento che ha segnato l’inizio di una nuova era artistica.

Il primo elemento che emerge dalla lettura di queste pagine è connesso alla ricerca di un superamento di quella che era intesa come arte tradizionale, al classico quadro realizzato su cavalletto e tela, in favore di un’apertura mentale rivolta alle forme astratte, alla tridimensionalità e al movimento come novità e innovazione. Andare a ricrearlo attraverso le opere d’arte, renderlo tangibile ed evidente agli occhi e all’esperienza del pubblico.

Movimenti ottici in cui anche l’intervento del visitatore alla mostra dava avvio semplicemente cambiando prospettiva e visuale di un quadro, una scultura o qualsiasi altra creazione. La magia della cinetica rappresentava il fulcro del movimento, la peculiarità, ciò che nel tempo ha reso unico questo evento, indubbiamente il primo per importanza e nascita. Il concetto di una nuova estetica trasformabile e composta, in continua evoluzione.

Le Mouvement: primo accenno della Op Art

Come abbiamo già accennato il cinetismo venne consacrato come movimento dalla mostra Le Mouvement. Due esponenti che ne presero parte, ovvero Victor Vasarely e Pontus Hultén realizzarono il noto “Manifeste jeune” ovvero manifesto giallo, in cui per la prima volta si delineava l’idea di un’opera plastica concepita in maniera tale da regalare metamorfosi connesse al movimento dell’osservatore.

Questo divenne il primo accenno di quella che poi attorno agli anni ’60 si sviluppò come Optical Art, movimento di arte astratta caratterizzato dal desiderio di creare illusioni ottiche tipicamente in movimento attraverso l’accostamenti di particolari soggetti e colori possibile attraverso un accurato esame dell’illusione bidimensionale. Creazioni di questa tipologia ancora oggi destano fascino e interesse, vengono apprezzate e amate dal pubblico, simbolo vero e proprio di un movimento che tutt’ora non ha cessato di esistere.

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