Victor Vasarely è il maggior esponente del movimento Op Art di cui fa parte anche Bridget Riley, una corrente artistica sviluppatasi tra gli anni ’60 e ’70, ispirata al Surrealismo e al Costruttivismo.
Nasce il 9 Aprile 1906 a Pécs, in Ungheria: gli studi universitari sono caratterizzati da alcuni anni di medicina a Budapest, prima della svolta verso l’arte e la pittura.
Nel 1929 comincia a frequentare la Mühely, una sorta di Bauhaus e di factory, in cui conosce per la prima volta i principi dell’arte astratta e del Costruttivismo, capisaldi che saranno il marchio di fabbrica e l’ispirazione per tutta la sua produzione artistica successiva.
Nel 1930 lascia l’Ungheria e approda in Francia, in particolare nella capitale parigina, in cui inizia a lavorare come grafico.
Gli anni tra il 1935 e il 1947 sono quelli in cui riscopre la pittura e si concentra sulla realizzazione di particolari tematiche come il ritratto, il paesaggio e le nature morte, ripercorrendo così i passi del grande maestro del Cubismo, Pablo Picasso, una figura che colpisce e influenza Vasarely oltremodo.
Durante tutta la sua carriera artistica, il pittore subisce il fascino di differenti correnti ma soprattutto l’avanguardia di quegli anni, caratterizzata dal focus sul trinomio colore-forma-visivo.
La sua è una ricerca di design ai confini tra il figurativo e l’astratto, un duello costante che condurrà allo sviluppo della cosiddetta Op Art.
Op art VS Pop Art: Opticale Vs Popular
Optical Art, anche chiamata Le Mouvement, il Movimento, è una corrente artistica fra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso che per molti critici dell’arte è in netta contrapposizione con il concetto Pop di oggetto massificato e facilmente riproducibile delle opere in serie di Andy Warhol.
La Op Art, tra cui i maggiori esponenti sono Victor Vasarely e Bridget Riley, si basa sulla costante ricerca dei limiti cinetici tra figurativo e astratto, sulla forma e sul colore, su come possa una tela bidimensionale generare effetti ottici vibranti sulla retina.
Attraverso un uso sapiente, ma allo stesso sperimentale di linee, colore e geometria, sembra che i dipinti della Op Art prendano vita e vibrino con un ritmo intermittente: questa è la magia della pittura che colpisce la retina e produce un effetto ottico molto particolare e a dir poco vibrante.
Questi trompe l’oeil e queste illusioni non sono fatte a caso e soprattutto non hanno nulla di sentimentale, come spiega lo stesso Vasarely: la missione dell’arte non è quella di colpire il cuore ma bensì l’occhio, attraverso un’indagine scientifica sulla materia plastica e pittorica a disposizione dell’artista.
La ricerca continua sugli effetti delle linee e dei punti
Il motore della Op Art, o Le Mouvement, è proprio lo studio del movimento, cioè degli effetti vibrazionali che l’immagione produce sulla nostra retina attraverso la rifrazione e la luce.
Quel che vediamo non è altro che una giustapposizione cinetica e amplifica l’immagine e la sua percezione: in poche parole, assistiamo con la Op Art a una prima elaborazione della realtà aumentata e della tecnologia High Definition, grazie allo studio dei punti e delle linee.
I primi a lanciarsi in queste sperimentazioni non sono altro che i Puntinisti e Seurat, grandi esploratori del colore e delle forma così vicendevolmente legati; oggi, queste contaminazioni tra arte, pittura e realtà hanno condotto ai pixel e alle immagini della TV, dei display e di tutto il mondo del digitale.
Op Art VS Pop Art, introspezione e ricerca della forma contro mercificazione e figure estroverse, da cartelloni pubblicitari: un duello e una lotta tra Titani che è il fulcro delle avanguardie artistiche, filosofiche e socio-politiche del nostro contemporaneo.
Le fasi artistiche di Victor Vasarely
Dal periodo Belle Isle paesaggistico, al momento Denfert in cui il pittore si dedica alla produzione di murales, la carriera di Vasarely è costellata di sperimentazioni e giochi ottici davvero interessanti.
Tra le sue opere più celebri possiamo citare le ricerche Quasar, l’Omaggio a Malevic padre del Costruttivismo, Naissance e molte incursioni nel design e nell’architettura. Durante la sua vita riceve il Premio Guggenheim nel 1964 e la Legion Francese nel 1970. Victor Vaserly muore nella sua amata Parigi il 15 di Marzo del 1997.